È il comune più orientale del promontorio del Gargano e della provincia di Foggia con un altitudine di 43 metri s.l.m. La particolare dislocazione urbanistica di Vieste è legata alla natura carsica del Promontorio Garganico, caratterizzato da strati rocciosi spesso erosi dall’azione marina.

Non c’è dubbio: Vieste è una delle più ridenti cittadine della Puglia! Vieste è solare, fresca, scintillante, piena di divertimenti, beni culturali, negozietti di vario genere e via di seguito. Spicca per la sua delicata modernità, per quel pizzico autentico di storia, cultura e antichità e per il blu intenso del suo mare. Un mare ricco di storie, di vita, miti, leggende, fantasie che hanno caratterizzato fortemente la vita di questo cittadina.

 

Le principali attrattive turistiche sono:

Centro storico, Castello Svevo e Cattedrale.

Tutto il centro storico, di origine medioevale, merita di essere visitato con attenzione. Dal maestoso Castello Svevo, fatto realizzare da Federico II su ruderi di un maniero di epoca angioina, alla splendida Basilica Cattedrale il cui interno a croce latina con tre navate divise da due file di colone ciascuna, dedicata all’Assunta, in stile romanico pugliese risalente all’XI secolo ed al cui interno sono custodite tracce primordiali della sua costruzione (colonne, capitelli, archi e finestre) ed importanti opere pittoriche del 1581 a firma di Michele Manchelli (Madonna con il Bambino e Santi, tavola circondata con formelle con storie di Cristo e della Vergine), una statua di legno di tiglio del XIV e  XV secolo raffigurante S. Maria di Merino e un bassorilievo marmoreo cinquecentesco che ritrae il Cristo Deposto.

Un altro tassello di storia, fatta purtroppo di martiri e di sangue, è la “chianca amara”, grosso frammento di roccia, così detta perché su di essa furono decapitati centinaia di innocenti cittadini viestani ad opera di feroci bande turche capeggiate dallo spietato pirata Dragut Rais che nel luglio del 1544 assalirono il paese, saccheggiandolo portando morte e distruzione.

Costa e trabucchi.

Lungo la costa di Vieste, poi, è possibile ammirare i trabucchi, antichi strumenti di pesca, vere opera dell’ingegno umano, fatti di travi in legno. Tra i più grandi, quello che sorge sulla peni soletta di San Francesco, e quello di Punta Santa Croce, in fase di restauro come quello della Ripa e di San Lorenzo. Inoltre, grazie alla fortunata posizione geografica, alcune zone, costantemente battute dai venti, come punta Lunga, baia Molinello e Crovatico, sono ideali per surf, vela, kitesurf e windsurf. Di fronte alla città verso Punta di Santa Croce, si trova l’isolotto si S. Eufemia, sul quale sorge il faro di Vieste, costruito nel 1867.

Museo Malacologico.

Nasce dalla passione dei coniugi Anna Ragno e di suo marito Biagio Simone che nel corso degli anni e dei loro innumerevoli viaggi hanno raccolto migliaia di reperti in tutto il mondo ed in particolare nei paesi asiatici. Questa collezione privata è iniziata nel 1975 come semplice attività commerciale in quanto venditori di souvenirs e conchiglie varie. Con il passare degli anni la collezione ha iniziato a diventare sempre più numerosa e ricca di esemplari rari e preziosi. Proprio per questo, nel 1984, l’attività viene trasformata e nasce il museo malacologico, sito sul Lungomare E. Mattei. Nel 1995 il museo viene spostato nel centro storico di Vieste, dove si trova attualmente. I locali che ospitano il museo sono di per sé molto caratteristici in quanto trattasi di una costruzione del 1600, per secoli utilizzata come magazzino, mentre negli ultimi 50 anni adibita a frantoio. Tutto rigorosamente in pietra e ricco di archi ospita in modo perfetto i reperti esposti.

Santuario di S. Maria di Merino.

Distante 8 Km dall’abitato di Vieste, situato lungo la strada litoranea Vieste – Peschici, provinciale 52, immerso nel verde smeraldo degli ulivi che lo circondano, il Santuario S. Maria di Merino, che dà il nome alla contrada, sta vivendo una grande stagione di risveglio, che coincide con lo sviluppo turistico dell’intera costa nord di Vieste.

Vissuto fino agli anni ’80 in uno stato di semiabbandono, utilizzato solo nel periodo dei pellegrinaggi cittadini e dal 1970 per una messa domenicale per turisti, ora si racconta con orgoglio al viestano, al turista ed ai visitatori, rivelando la sua antichissima vocazione mariana.

Questo nuovo stato gli si addice maggiormente, poiché il Santuario è stato da sempre la sentinella nel cammino di fede dei viestani e il misuratore della profonda pietà mariana del popolo.

Dal 7 ottobre 1987 è stato dichiarato da Mons. V.Vailati parrocchia ecclesiastica, mutando radicalmente il suo stato giuridico ed ecclesiastico. Soggetto di pastorale, vive la realtà di ogni parrocchia cittadina.

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